Venerdì (scorso) parto per la montagna e arrivato a destinazione mi preparo con tutte le mie super protezioni, tartaruga (protezione schiena) ok, pantaloni proteggi coccige ok, casco ok, giacca, guanti, pantaloni, interno degli scarponi ok, azz… manca la copertura esterna!!!
Incavolato come una susina (si dice vero?), con il caldo che mi da alla testa, 11 gradi a 1200 metri potete ben capire che ti fa girar le scatole… mi svesto, monto in macchina e me ne torno a casa. Avevo valutato l’idea di andar a far fondo, ma con quel caldo no per carita, di noleggiare gli scarponi non se ne parla, ne ho due paia a casa, non ho bisogno del noleggio! 🙂
Svogliato, sapendo che il sabato andavo a camminare in montagna con un amico, chiedo ad altri amici se mi fanno sapere se per domenica andava bene lo Zoncolan, tutti quanti più o meno con impegni diversi, non insisto perchè ricevo un invito da due miei amici per un raduno fuoristrada.
Sabato mattina, camminata in montagna, ritorno al pomeriggio e chiamo questi due a bere il thè a casa mia (ho preso questo vizio da Londra), mangiamo due fritelle, due crostoli (due si fa per dire), e si parte per Zenson a prendere della legna. Naturalmente causa thè facciamo tardi, e torniamo da Zenson verso le 20:00, allora cena a casa mia, primo molto semplice, ossia farfalle al ragù e pomodoro con pizzico di olio piccante; primo semplice, ma sono riuscito a cannare tirando fuori la pasta un po’ troppo al dente, mi dovrò decidere prima o poi ad assaggiarla prima di scolarla. Come secondo dell’ottimo pane scaldato al momento, con formaggio e salame fatto in casa. Gelato.
Sgionfi come le patate, ci mettiamo daccordo per il giorno seguente, ore 7:15 a casa mia.
Naturalmente Ivano non riesce ad andare presto a dormire, così prende la macchina e va a una festa privata (ingresso 10€ con 3 consumazioni); io non bevo, o meglio preferisco non bere, cmq arrivo a questa festa, trovo park, e mi dirigo verso l’entrata. Trovo uno che conosco che fa service di professione e gli dico se posso aiutarlo a portar dentro un ?laser? (non so che era, serviva per fare gl’effetti), così entro gratis, e inizio a divertirmi un po’. Incontro un paio di persone, ehi ciao come va, lo sai questo lo sai quell’altro, arriva la sete… cavolo Ivano, non hai neanche le consumazioni! Va ben dai, nessuno è morto mai di sete, così riesco anche a farmi avere mezzo bicchiere di scivolo dal bar :).
Ok, ora della nanna ora, bit bit bit, che cavolo, la sveglia già suona, si accende a basso volume un po’ di musica, grazie al nuovo impianto in camera, si cazzeggia ancora un po’ nel letto e si corre, perchè in ritardo ovviamente, a preparare i panini promessi la sera prima per il raduno.
Arriva Beppe, e si parte verso casa di Damiano, non ancora pronto, decidiamo quindi di trovarci direttamente al punto di partenza, dove con molta calma arrivano i ritardatari.
Cartina alla mano si decide Monte Jouf, si controllano i divieti nella carta e non ci sono, non sicuri andiamo all’attacco della strada e nessun cartello 🙂 evvai! Finalmente una strada percorribile! Arriviamo alla Cima quasi e ci fermiamo per un po’ davanti al cartello di inizio divieto. Ok, è ora di tornar giù.
Naturalmente chi non sa farsi i cazzi suoi e pensa che la montagna sia solo per chi va a camminare si mette a far foto alle targhe, poi quando si accorge notato scappa. Avviso gl’altri e inizio a seguirlo giù per il sentiero. Raggiunto, chiedo spiegazioni, lui insiste della presenza di divieto a valle, allora gli dico che chiami la forestale così verifichiamo. Insiste dicendo che se non ci fosse il divieto quale problema avrei io se lui fa le foto e controbatto dicendo che è possibile anche che non si capisce dove ci troviamo, visto la presenza della sola neve e alcuni alberi. Lui prende e torna a correre giù per il sentiero. Non avevo telefono con me per avvisare gl’altri l’intenzione di seguirlo, così faccio dietro front e torno ai veicoli.
Sinceramente spererei anche che facesse la denuncia alla forestale mostrando le foto, così capirebbe anche che esiste la legge per la privacy e ci facciamo una cena a gratis con le accuse per le foto fatte! Allo stesso tempo non vorrei succedesse per ovvio rompimento di coglioni tra tribunali e giudici di pace.
Torniamo giù un po’ incazzati, controlliamo la mappa e raggiungiamo un’altra zona non protetta. Acqua, non si passa! Uno che abita li vicino ci dice che se seguiamo il recinto possiamo passare per il suo terreno. Pulito un po’ i rovi e alberi, scavalchiamo l’argine e il signore contento ci offre da bere a casa sua. Il clima finalmente era sereno e contenti ci consiglia un guado poco più in giù. Azz, quanta acqua, passa il primo, il secondo, il terzo, merda, rimaniamo dentro… la macchina ha bevuto! Armato di sole mutande e pantaloni impermeabili (petto nudo), esco dal finestrino e vado a legare una strops con la jeep che vuole tirarci fuori. Avevo l’acqua al livello del bacino (molto fresca), vado nella riva per non rimanere congelato. Vediamo che la jepp che tenta il soccorso, non si muove più, che cavolo, due piantati in acqua. Nuovamente armato della mia attrezzatura torno in acqua a sganciare le due jepp così la seconda riesce ad uscire.
Si decide il recupero da fuori acqua, 3 strops messe insieme, parto per legar la cima, ma la corrente forte tenta di portarsi via le strops così un altro viene in acqua e mi aiuta alzandole dal livello acqua; ora io le tengo in alto e lui lega.
Fatta, tutti fuori dall’acqua, il recupero è fatto. L’istruttore tenta il recupero del motore e ci riesce, finita bene, nessun danno!
Ricorderò questo primo di Marzo per il mio primo bagno annuale nel Meduna 😀
Buon 4×4 a tutti.
Mandi!